Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/367

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TEMO 871 col dir brevemente di Bonaccorso da Montemagno, che per comune consenso è dopo il Petrarca un de’ più colti poeti del secolo XIV. Le poesie italiane da lui composte han veduta più volte la luce, e la miglior edizione è quella fattane in Firenze l’an 1718 per opera del canonico co. Giambattista Casotti (*). Questi vi ha premessa una prefazione erudita in cui raccoglie le poche notizie che si hanno di questo poeta, e avverte che le Rime, sotto il nome di lui pubblicate, non son di lui solo, ma di due Buonaccorsi da Montemagno, avolo il primo vissuto verso la fine del secolo xiv, il secondo nipote circa la metà del seguente. Il primo fu confaloniero in Pistoja sua patria l’an 1364 e credesi che sopravvivesse alcuni anni al Petrarca. Alcuni scrivono che Venceslao imperadore lo onorasse del cingolo militare; ma il suddetto editore dimostra non solo non avervi di ciò pruova alcuna , ma non esser punto probabile un tal racconto, poichè nè Venceslao scese mai in Italia, e Buonaccorso, quando quegli era imperadore, trovavasi, se pur ancora vivea, in età sì avanzata, che non poteva intraprendere il lungo viaggio dell’Allemagna, il che nondimeno, come avverte T eruditissimo ab. Zaccaria (Bibl. Pistor. p. 208), potrebbe spiegarsi dicendo che Venceslao gli mandasse (*) Dopo l’edizione delle Rime de* Buonaccorsi di Montemagno, futa in Firenze nel 1718, uà’altra più copiosa e meglio illustrata ne è stata fatta in Cologni, terra fra Vicenza e Verona, nel 1762, per opera del sig. Vincenzo Bcuini.