Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/384

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888 libro pontefice S. Celestino, l’altro della Elezione e della Coronazione di Bonifacio VIII, il terzo della Canonizzazione del sopraddetto pontefice S. Celestino. Dalla prefazione, da lui stesso premessa a questi poemi, ricaviamo clr egli era figliuolo di Pietro di Stefano ossia degli Stefaneschi e di Perna degli Orsini; che fatti i primi studi in Roma fu mandato a Parigi; e che ivi, dopo tre anni di studio, conseguì l’onore della licenza nelle arti liberali, di cui poscia prese ivi a tenere scuola pubblicamente; che si volse quindi allo studio del Diritto canonico, e, poichè fu tornato in Italia, del civile, in cui fece assai felici progressi; che nel medesimo tempo coltivò la poesia latina, singolarmente colla lettura di Virgilio e di Lucano; e che fu fatto cardinale di S. Giorgio al velo d’oro, l’anno 12t)5, nel secondo anno di Bonifacio VIII. Onde egli avesse il cognome di Gaetano, ch’egli stesso si attribuisce, non saprei dirlo. Certo è però, di’ ei non fu nipote di Bonifacio VIII, come han creduto il Ciacconio, e dopo lui l’ab. de Sade (Mem. pour la vie de Petr. t 1 , p. 64); perciocchè i nomi de’ suoi genitori ci mostrano ch’egli nè per padre nè per madre non poteagli appartener almen sì dappresso. Delle cose da lui operate negli affari della Chiesa, non è di quest’opera il ragionare. I poemi da lui composti (dei quali pare che l’ab. de Sade abbia ignorate le due edizioni che ne abbiamo, poichè non ne cita che un codice a penna), non sono, per vero dire, la più elegante cosa del mondo, ma pur son degni di lode pe’ tempi a cui furono scritti, e ci mostrano un uomo