Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/385

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TERZO 88j) eh’erasi sforzato di divenir buon poeta, ma che non avea avuti i mezzi a ciò neccessarj. Egli è ancora autore di un libro sul Giubbileo delF Anno Santo, pubblicato nella Biblioteca de’ PP. (t 15, p. 936), e di un trattato delle Cerimonie della Chiesa romana, dato alla luce dal Mabillon (Mus. ital t 2, p. 243), di che reggasi F Oudin (De Script eccl. t 3 , p. 876) e il Fabricio colle note di monsignor Mansi (Bibl. med. et infin. Latin, t. 4, p. 7). Egli era ancora amatore assai splendido delle belle arti, e ne fan fede le pitture e i musaici di cui egli con grande spesa abbellì la basilica Vaticana (V. Mcm pour la vie de Petr. l cit; Baldinucci, Notizie dei Profess. t 1, p. 109 , ec., ed. di Fir. 1768). L’ab. de Sade afferma ch’ei morì in Avignone l’an 1341 > lasciando molti debiti e poco denaro a pagarli. Ma tutti gli scrittori ne assegnan la morte al 1343, nè io so ove abbia egli trovata la nota de’ debiti da lui lasciati. IX. Men conosciuto è un altro poeta di questi tempi, il cui nome però è ben degno di essere tramandato a’ posteri, se non altro per la sorte eli’ egli ebbe di avere a suo scolaro il Petrarca. Ei fu Convennole o Convenevole da Prato. Filippo Villani è il solo che, nella Vita del Petrarca, ce ne abbia tramandato il nome, chiamandolo uomo nella poesia mediocremente istruito. Abbiam già altrove corretto l’errore dell’ab. de Sade che afferma che da lui fu il Petrarca istruito prima in Pisa, poi in Carpentras; mentre il Villani ci assicura che gli fu maestro in Avignone ove teneva pubblica scuola.