Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/386

Da Wikisource.

U Petrarca noi nomina espressamente, ma ne parla a lungo in una sua lettera in cui ne forma il carattere: Io ebbi, dice egli, (Scnil. I. 15, ep. 1), quasi fin dall infanzia un maestro clic m istruì ne primi elementi, e poscia ancora nella gramatica e nella rettorica 7 perciocché in amendue queste arti fu professore e maestro; e per ciò che appartiene alla teorica7 non ho mai conosciuto 1 uguale; non così quanto alla pratica? a somiglianza della cote y di cui dice Orazio che sa aguzzare il ferro? ma non tagliare. Questi tenne la scuola, come dict asi, per sessant’anni; e in sì grande spazio di tempo è più facile pensar che spiegare quanti scolari egli avesse7 tra’ quali egli ebbe molti uomini illustri per nascita e per sapere, molti professori di legge e di teologia 7 e più abati e più vescovi ancora; e finalmente un cardinale.. Or egli, cosa quasi incredibile a dirsi, fra tanti e sì grandi scolari niuno al par di me ebbe caro. Tutti il sapevano, e nol dissimulava egli stesso. Quindi il Cardinal Giovanni Colonna, di sempre chiara memoria, ogni qualvolta volea scherzare con lui (e spesso il faceva, piacendogli al sommo la conversazione di quel semplicissimo vecchiarello ed ottimo maestro)? quando il vedeva venire, dimmi y diceagli? o buon maestro, fra tanti scolari a te cari? merita egli qualche distinzione il nostro Francesco? Gli venivano allora le lagrime agli occhi; e. andavasene tacendo y o y se potea parlare, giurava che niuno e ragli mai stato sì caro. Mio padre, finchè visse, soccorse liberalmente questo buon uomo; perciocchè egli era allora ridotto a vecchiezza