Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/392

Da Wikisource.

8})6 LIBRO rcttorica amora ei 6) rendette ai celebre, che venia considerato come uno de’ più colti e de’ più dotti non ini clic allor vivessero. In questo impiego durò?gli molli anni, e io non so su qual fondamento F ab. de Sade affermi (Meni, pour la v/c de?etr. t 2, p. 441) ch’egli era stato esiliato da Firenze, e poi richiamatovi Fanno 1343. Ei vero dire, i versi del Petrarca a lui scritti (Carm. L 2, ep. 8, 9), che egli qui accenna 9 ton ci danno alcuno indicio di tale esilio, e po;sono essere stati scritti in qualunque altro anno Ben gli scrisse il Petrarca alcuni anni appresso, cioè l’an 1352, una lettera che non è pubblicata, ma accennasi dall’ab. Mehus (Lcitp. 192) e dal detto ab. de Sade (t 3, p. 203). in cui esortavalo a lasciare una volta 1 impiego per lui troppo vile di professor di gramatica,e a trasportarsi a Napoli, ove il celebre Niccolò Acciajuoli, che vi godea di grandissima autorità, bramava di averappresso. Audovvi \

fatti Zanobi, e vi fu

onorevolmente accolto e onorato col titolo di real segretario, come da una lettera inedita del Petrarca pruova F ab. Melms (l. cit p. 192). Qual fosse la stima e la tenerezza che per lui avea il sopraddetto Niccolò Acciajuoli, chiaro raccogliesi da una lettera italiana che questi scrisse, poichè Zanobi fu morto, e che è stata pubblicata dal medesimo Mehus (ib.). In essa egli afferma che, dopo il Petrarca, era Zanobi l’uomo il più dotto che allor vivesse clic F amieizia tra lui e Zanobi era sì stretta, che pochi esempii somiglianti se ne potrebbon trovare’ , che non v1 era cosa a lui più gradita clic il