Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/424

Da Wikisource.

<>28 LIBRO scuole in Italia, tinto maggioro ancora fu il numero de* professori clic in esse insegnavano gli elementi della gramatica e della rettorica. Il magistero di queste arti era spesse volte affidato ad un sol professore; talvolta divideasi in due, o in più ancora. Ma comunemente gli stessi professori di gramatica erano uomini che sapeano ciò che allora solea sapersi , di rettorica e di eloquenza; e insegnavano a scrivere e a ragionare non solo correttamente, ma ancora con quella facondia di cui a que’ tempi aveasi idea; e davano que’ migliori lumi che poteano ritrovare, alf intelligenza degli antichi scrittori. Noi perciò ragioneremo qui degli uni e degli altri , ristringendoci però, secondo il nostro costume, a quei soli dei quali ci è rimasta più chiara fama. Quindi tratteremo di quelli i quali, benchè non si trovi memoria che tenessero pubblica scuola, ci lasciarono ciò non ostante qualche saggio della loro eloquenza. IT. Il sig. Domenico Maria Manni ha pubblicato l’anno 1735 colle stampe di Firenze Boezio della Consolazione volgarizzato da Maestro Alberto Fiorentino co’ motti de’ Filosofi, ec., la qual traduzione , come f opera l’originale, è mista di prosa e di. versi. Da un codice di essa, citato dall’ab. Mehus (Vita Ambr. camald, p. 188), raccogliesi che questo traduttore fu soprannomato dalla Piagentina; e che a questa versione egli si accinse l’anno 1332, essendo prigione in Venezia, e che ivi finì i suoi giorni, perciocchè vi si leggono questi versi, ne’ quali Alberto é introdotto a ragionare così: