Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/437

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TERZO Epitapliium Magistri Raynaldi de Pago libero Grammaticae Professoris. Hic cubo Raynaldus, fueram qua parte favilla, Qua mens orta fuit, patria requiescet in illa. Promerui nomen, licet ortus stirpe pusilla: Grammaticam docui: genuit me libera Villa: Milleque trecentos sex octo pergerat illa Hora sol gyros, cum vite diruta fila. L’ab. de Sade ha certamente veduta la Verona Illustrata del marchese Maffei, e ha veduta in conseguenza questa iscrizione. Perchè dunque non ha egli seguita quest* epoca? o almeno perchè non ha egli sciolta la difficoltà che dalT iscrizione medesima nasce contro l’ordin de’ tempi da lui seguito? Lo stesso Maffei fa menzione di alcune opere da Rinaldo scritte, e ne produce un epitafio da lui composto per Antonio da Legnago consigliere degli Scaligeri. Di Gilberto da Parma, al contrario, non so che ci sia rimasta cosa alcuna. Due lettere parimente abbiam del Petrarca, indirizzate la prima Pollino Gramatil o Piacentino , la seconda Sanino Grammatico Piacentino (Semi. i5, ep. 6, 7), e forse questi due sì poco diversi nomi convengono a un uomo solo. Nella prima lo esorta a non atterrirsi dal riflettere al poco che finallora avea appreso; nella seconda esortalo similmente a non abbandonare gli studi per timore di non ricavarne quell’onore che ad essi è dovuto. Ma a chiunque sien queste lettere indirizzate , non abbiam alcun lume per saperne più oltre. Gli scrittori bolognesi e, dopo essi, il Mazzucchelli (Scritt ital. t 1, pars, 1:p. 1280), ci parlano di Pietro Azzoguidi rettorico in