Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/450

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i)54 libro Ma si rifletta. L’abate Mehus cita più lettere scritte al professor di Firenze (Leti.), in cui egli è detto Giovanni Conversano da Ravenna. Io non credo ch’ei potrà render probabile ad alcuno la spiegazione ch’ei reca di questo nome; cioè che Giovanni fosse così nominato pel lungo conversar che fece in Firenze. E a me pare evidente che Conversano sia lo stesso che Convertino, due voci facili a cambiarsi l’una coll’altra per errore o de’ copiatori, o de’ lettori; e quindi dovrebbe dirsi che il professor di Firenze fosse figliuolo di Conversano o di Convertino, e perciò non diverso da quel di Padova. L’ab. de Sade, che si vanta di voler correderò <iY infiniti

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errori dagli scrittori italiani, commessi nel ragionar di Giovanni (l. cit. p. 700), non fa parola alcuna di sì intralciate questioni, e se ne spedisce superficialmente col dire che Giovanni tenne scuola in Firenze, e che vi ebbe a scolari gli uomini più famosi che fioriron nel secolo xv. Io vorrei poterle sciogliere e sviluppare felicemente; ma mi veggo privo della luce di tali documenti che mi servan di scorta a dissipare le tenebre fra cui questo punto di storia è involto. X. Ciò che è certo, si è che Giovanni da Ravenna fu uno de’ più celebri professori de’ suoi tempi. Coluccio Salutato nella lettera da noi già accennata a Carlo Malatesta, in cui gliel propone perchè prendalo a suo maestro, gli dice ch’egli non sa se in tutta quanta è l’Italia si possa trovare dltr’uomo a lui eguale: alle quali espressioni abbiam veduto che son somiglianti quelle con cui ne ragiona Secco Polentone. A questi elogi se ne posson aS8u,Sner