Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/458

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[)(y2 LITVtlO fu destinato alla lettura di Dante, come altrove abbiamo mostrato; e quel Francesco da Buti da noi pur nominato tra’ pubblici interpreti di Dante, che in Pisa sostenne per più anni con sommo onore F impiego di professore di belle lettere, e di cui si posson vedere l’esatte notizie raccolte dal ch. Fabbrucci (Calogerà Opusc. t. 15), dalle quali raccogliesi ch’egli finì di vivere nella stessa città l’anno 1406. A questi si posson aggiugner parecchi altri, de’ quali sappiamo che furono professori di gramatica e di rettorica nelle altre pubbliche scuole d’Italia; ma de’ quali poco più potremmo produrre che il solo nome, e crediam più opportuno il passarli sotto silenzio. In fatti non doveavi essere o città , o castello di qualche nome, che non avesse uno 4 o più professori di gramatica; e per tacer di altri, ci basti l’annoverar qui alcuni ,’ de’ quali nelle carte di questo secolo si trova memoria, e che veggonsi stabiliti in Bassano col titolo di Dottori in gramatica. Io ne debbo la notizia al diligentissimo e già da me altre volte lodato sig. Giambattista Verci. In una carta adunque di quell’archivio, del 1292, si trova nominato Magister Paganinus Doctor Grammaticae; in altra, del 1314 -» Magistri Simeonis Doctoris gramaticae de contrata Domi; il quale pure trovasi nominato in una carta del 1315, e in altra del 1317. Questo titolo stesso vedesi dato, come abbiam detto altrove, al poeta Castellano: e non v’ha dubbio che i nomi di moltissimi altri si potrebbon per simil modo annoverare; come quelli che si nominano da Albertino Mussato, il quale scrive una sua