Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/200

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-184 LIBRO del Cielo a questa età conceduto, affin di sovvenire col tuo favore , colla tua opera e colle tue ricchezze a’ poveri coltivatori delle scienze. Perciocchè tu solo, dopo tanti secoli, hai preso a far risorgere la lingua latina , e in gran parte t futi già ottenuto. Tu per raccogliere libri hai intrapresi in età avanzata lunghi, pericolosi e dispendiosissimi viaggi a paesi lontani. Tu hai richiamato dall obhlivione , in cui si giaceano, molti antichi scrittori, de’ (quali ignoravasi perfino il nome.... Quindi tu solo , come odo, hai raccolto in ogni genere il enufizione sì gran copia di libri, che potrebbon bastare a molte città , affinchè gli studiosi senza fatica e senza spesa se ne possan giovare. Presso lo stesso ab. Mehus parimente si può vedere quanto gran parte avesse, se non nello scoprire , nel moltiplicare almeno, nel confrontar, nel correggere i codici delle opere degli antichi scrittori nuovamente scoperti, il poc’anzi nominato Niccolò Niccoli, di cui fra poco parleremo più a lungo. Leggansi inoltre le Lettere di Ambrogio camaldolese pubblicate dal medesimo Mehus, e quelle singolarmente che scritte sono allo stesso Niccoli , all’Ali cispa , al Filelfo , a Guarino e a Tommaso da Sarzana, che fu poi Niccolò V, e a Leonardo Giustiniani , e si vedrà che quasi tutte hanno per argomento lo scoprimento di nuovi libri, le copie , le versioni, i confronti. E lo stesso dicasi della lettere di quanti uomini eruditi viveano a questo tempo. Pareva clic T unica loro occupazione fosse quella di andar in traccia di libri, e che non vi fosse onore che si potesse paragonare a quello di ritrovarne