Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/217

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PRIMO aoi c copiosa biblioteca , o ella si dice la biblioteca di S. Marco. E io perciò, se non vedessi il comun loro consenso nell’assicurarci di tal fatto , crederei anzi che nel palazzo de’ Medici non fosse propriamente biblioteca se non a’ tempi di Lorenzo il Magnifico. Checchè sia di ciò. Pietro figliuolo e successore di Cosimo, ne’ pochi anni che gli sopravvisse, imitò gli esempj del padre, e di molti codici, che ancor ne conservano il nome, fece dono a questa pubblica biblioteca (ib.). L’ab. Mehus , che annovera molti codici da Cosimo e da Pietro ad essa donati, i quali tutlor si veggono , ne nomina un solo (ib.) che porta il nome di Lorenzo figliuol di Pietro. Il che potrebbe confermare il sospetto ch’egli fosse il primo a formare un’altra biblioteca nelle sue proprie case -, e che perciò, intento all1 accrescimento di questa, fosse meno sollecito di aumentar quella di S. Marco. E a’ tempi appunto di Lorenzo veggiam nominare distintamente queste due diverse biblioteche. Il sopraccitato ab. Mehus fa menzione (ib. p. 71) di alcuni codici dal Poliziano confrontati tra loro , ne’ quali egli di sua mano segnò in clic essi fosser concordi, e in che discordi. Or egli usa in essi spesso di questa, o somigliante espressione: Contulit Politianus cum duobus vetustis coroni piariins altero Marciae Bibliothecae, altero Medicae. Il che chiaramente ci indica due diverse biblioteche. Ed è certo perciò, che ai tempi almen di Lorenzo, oltre la biblioteca pubblica di San Marco, un1 altra ve ne avea non meno copiosa nel palazzo de’ Medici.