Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/257

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PRIMO jJil stesso (Ante Auli Gellii ed. an. i /j(x)), non avea denaro che bastasse per farsi rader la barba (a). Fu poscia per sei anni in corte del Cardinal di Cusa, quindi fatto vescovo di Acci in Corsica, e da questo trasferito da Paolo II al vescovado d Aleria nella stessa isola, senza però che abbandonasse mai Roma. Sisto IV il fece ancora suo bibliotecario, come abbiam detto poc’anzi. Queste sue dignità non lo distolsero dall1 attendere alle edizioni de’ libri. Quasi tutti quelli che uscirono dalle stampe de’ due tedeschi Panuarlz eSweinlieiin, hanno innanzi una lettera dedicatoria del vescovo d’Aleria, il quale comunemente gli offre a Paolo II , e poscia, lui morto, a Sisto IV. Scrivendo al primo, ne loda la liberalità che avea provata in se stesso , dicendo che per essa avea appreso a non temere la povertà. Ma , come osserva il Cardinal Querini (l. cit. p. 261 , ec.), scrivendo poscia a Sisto IV, si duole di Paolo comedi principe da cui avea invano sperato ricompense ed ajuti. Ma è assai probabile che così egli scrivesse per ottenere a sè non meno che a’ suoi stampatori più copiosi soccorsi. Egli morì a Roma a’ 4 di febbrajo del 1475 e se ne può leggere l’iscrizion sepolcrale presso il conte Mazzucchelli (Scritt ital. t. 1, par. 2, p. 702), che ci ha dato un assai esatto articolo sulla vita di questo vescovo, da cui ho tratte le cose da me in compendio qui accennate. Nel (a) Veggasi l’Elogio «li Giannnndrca de’ Dussi, «ritto dal dottissimo sig. abate «li Calmo, e inserito ne* Piemontesi illustri (r. 'x , p. 381). TlRABOSCHI, Voi. VII. 16