Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/42

Da Wikisource.

26 LIBRO romanzi, e che con somma felicità rispondea sul campo a chi tenea innanzi a lui qualche orazione. Soggiugne, è vero, lo stesso Decembrio, che egli nè disprezzò nè fece gran conto degli uomini dotti; ma gli esempi ch’ei reca a provarlo, son comunemente di tali persone che da lui si ebbero per impostori. Ed è falso ciò che lo stesso scrittor ci narra, cioè che in nulla beneficasse F. Antonio da Ro dell’Ordine de’' Minori , di cui dice ch’egli valeasi per far tradurre molte cose dal latino nell1 italiano 5 perciocché vedremo, parlando di lui e di Guiniforte Barzizza, che il primo da Filippo Maria fu prescelto ad essere professor d1 eloquenza in Milano dopo la morte di Gasparino Barzizza. Vedremo ancora el11 egli invitò con sue lettere Francesco Filelfo a recarsi a Milano (Philelph. Epist. l. 2 , ep. 36) j c questi parlando della maniera con cui era stato da lui ricevuto, dice che avealo accolto con onore e con cortesia sì grande, eli’ ei ne era fuor di se stesso per lo stupore (ib. l. 3 , ep. 6). Vedremo ancora che i due suddetti Barzizza e Antonio Panormita furon da lui alla sua corte chiamati, e Guiniforte in una sua orazione accenna il lauto stipendio ed altri pregevoli onori el11 ei perciò riceveane (inter ejus Op. p. 26). Finalmente Appollinare Offredi a lui dedicando i suoi Comenti sopra i libri di Aristotele intorno al11 anima, che furono poi stampati in Milano nel 1474? dopo aver detto di se medesimo, che a Filippo doveva ogni cosa, ne loda generalmente l’impegno nel favorire gli studi, e nell1 onorar gli studiosi.