Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/434

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4 IB LIBRO sua vita nel convento di S. Maria Novella in Firenze, ove anche morì nel 1466. Le quali cose veggansi più ampiamente distese e comprovate con autentici documenti da’ due sopraccennati scrittori, i quali ancora ragionano dell’opere da Bartolommeo composte, che sono di argomenti teologici e ascetici, una sola delle quali intorno alla gloria del Paradiso si ha alle stampe. Il terzo, fra’ teologi in quel concilio adoperati, fu Leonardo di Matteo da Udine, di cui, oltre i suddetti scrittori (l. ci/, p. 845), E aria con molta esattezza il sig. Giangiuseppe il oti (Notizie de’ Letter. del Friuli, t. 1, p. 371,ec.), il quale ha provato, ciò che non aveano i primi avvertilo, che egli pur fu presente al concilio di Firenze j e che quando esso tenevasi ancora in Ferrara, fu da que’ Padri incaricato a stendere una risposta alle proposizioni avanzate da que’ di Basilea, della quale risposta conservasi il compendio in un codice a penna nel convento de’ Domenicani di Udine. Nello stesso concilio ei fu trascelto a tenere più volte sermoni a quell' assemblea, e nella sua religione ancora fu sollevato a molte ragguardevoli cariche. I PP. Quetif ed Echard congetturano ch’ei morisse in Udine verso il 1470? e la lor congettura è poi stata confermata dal sopraddetto sig. Liruti, colf autorità di un Necrologio di quel convento, che il fa morto a’ 14 di maggio del 1469. Intorno alle opere da lui composte, diligenti sono le osservazioni del sig. Liruti, che ne ha scoperte alcune ignorate da’ bibliotecarj domenicani. Alle stampe però si hanno solamente parecchi Sermoni, una