Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/453

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SECONDO 43; Minor, p. 196), presso l’Oudin (De Script, eccl t. 3, p. 2460, ec.), e presso altri scrittori da lui citati.

XXI. Due quistioni teologiche, che dopo la metà del presente secolo si eccitarono in Italia, porsero occasione a molti teologi italiani di dare luminose pruove del loro sapere. La prima ebbe origine in Brescia nel 1462. S. Jacopo della Marca dell’Ordine de’ Minori, predicando nella detta città, aveva affermato che il sangue da Cristo sparso nella sua Passione era separato dalla Divinità, il che perciò non gli era dovuto il culto di latria. Questa proposizione parve saper d’eresia ad alcuni dell’Ordine de’ Predicatori, e fra gli altri all’inquisitore di Brescia f Jacopo de’ Pietri, il quale si fece a persuadere il detto predicatore a spie-, gar meglio, o a ritrattare ciò che avea asserito. Ma perchè questi era persuaso di aver sostenuta la verità, ne nacque una lunga contesa fra’ religiosi de’ due Ordini e fra altri teologi. il pontefice Pio II istruitone, volle che in sua presenza se ne disputasse, e molti teologi furono a tal fine trascelti. L’esito della controversia fa che ad amendue le parti impose Pio un rigoroso silenzio, e poscia ancora espressamente vietò che alla sentenza de’ Minori non si opponesse la taccia di eretica, o di rea. Or fra’ teologi clic ebber parte in questa sì solenne contesa, due soli nominerò io a questo luogo , perciocchè essi, per testimonianza dello stesso pontefice, il quale ne’ suoi Commentanj) ne ha inserito il racconto (l. 11), si segnalarono in tale occasione sopra gli altri, Domenico de’