Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/469

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SECONDO 453 forma di lui questo onorevole elogio: Strenna.ni operaia dcdit, ut Theologiam a foeda barbarie ad.sereret, eiairujue ostenderet, qua subsidua Theo lo gironi ni librorum su pelle jc ornnis expoli ri possit, quod plurimi hactenus impossibile rati j illud jam falso opinari desinent, cum hoc opus vel semel introspexerint Ei dedicò (questa sua opera al pontef Giulio II, allora eletto di fresco, come si trae dalla prefazione dei primo libro. Al fine di esso dice che stava allora scrivendo intorno alla podestà del pontefice,- ma convien dire eli’ ei non avesse tempo a compiere questo trattato. Io non trovo parimente chi faccia menzione di un’altra opera che il Cave gli attribuisce (De Script, eccl.) , stampata in Basilea e intitolata: De Sacrarum Literarum omniumque disciplinarum scientia; e dubito che in ciò abbia egli preso qualche equivoco. Un picciol romanzo scritto in latino, e intitolato Historia Hyppoliti et Dejanirae, se ne conservava in un codice a penna presso il canonico Salvino Salvini. Ma assai più pregevole è f opera de Cardinalati 1, che non finì di stamparsi che poichè egli fu morto , e a cui pose l’ultima mano Lattanzio di lui fratello. In questa ei tratta ampiamente delle virtù che debbon esser proprie de’ cardinali, del sapere che in essi richiedesi, delle loro rendite, de’ lor diritti, e di tutto ciò in somma che ad essi in qualche modo appartiene: e all’eleganza dello stile si vede in essa ancora congiunta una non ordinaria erudizione. Niiui’ altra edizione 11’ è stala fatta, ed ella perciò è rarissima , e io reputo mia ventura 1’averne