Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/470

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LIBRO veduta copia presso il sopralodato marchese Giambattista Cortese (a). Negli ultimi tre anni di sua vita erasi egli ritirato in Toscana al suo castello Cortesiano, ed ivi, per la fama sparsa del sapere di Paolo, era di continuo visitato da più dotti e da’ più ragguardevoli personaggi di tutta l’Italia come , com’egli stesso racconta (de Cardin. l. 3, p. 229), e se crediamo al Coppi, vi si recaron tra gli altri Ercole duca di Ferrara , Guidubaldo duca d’Urbino , Alessandro Farnese, che fu poi Paolo III, e il cardiual Francesco Soderini. Rafaello Volterrano, nella dedica delf opera del Cardinalato a Giulio II? parla in generale de’ molti uomini dotti che colà reca valisi , e dice che ivi ognun trattenevasi a suo piacere, o leggendo i libri della biblioteca di Paolo, o passando le ore in eruditi ragionamenti; loda insieme la diligenza , lo studio e la modestia di Paolo, che non pago di coltri are continuamente le scienze, le promoveva con sommo impegno negli altri, facendo elogi alle loro fatiche non altrimenti che se fosser sue proprie. Colà egli condusse Simone Nardi stampatore sanese, e ivi fece stampare l’opera mentovata poc1 anzi; ma prima di vederla condotta a fine, morì in età di soli quarantacinque anni fanno 15io. L1 autor della Vita, sull’autorità del Coppi, dice eh1 ei fa (/7) Questa ducal biblioteca ha ora copia dell1 opera di Paolo Cortese qui indicata, per dono di uno che avendola tra1 suoi libri. me la trasmise, acciocché in essa la collocassi, giudicando che più le convenisse una pubblica che una privata biblioteca; ma obbligoniini insieme a non pubblicare chi fosse il benefico donatore.