Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/558

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54 3 LIBRO benché pur vi fosse chi minacciava gran cose: Cui... nullus ad hunc usque, quod videatur, diem quicquam rese ribere aut quicquam comminisci potuit , quamquam adversus hoc divinum Trapezuntii opus nescio quosferant parturire (a). In questa opera con dottrina ed erudizion singolare si fa il Bessarione ad esaminare le opinioni, principalmente in ciò che spetta alla morale , del suo Platone; mostra quanto dappresso ei si sia accostato a’ dogmi della cristiana religione; ribatte la accuse con cui Giorgio si era sforzato di oscurarne la fama, e pruova che le opinioni d’Aristotele sono assai meno fondate di quelle di Platone, la cui causa però ei non difende per modo, che non confessi esser lui ancora caduto in molti errori. Un breve e sugoso compendio di questa dotta apologia si può vedere presso il Bruckero (l.c.p. 46). Prima che il cardinale intraprendesse quest’opera, altri erano insorti, e avean voluto aver parte in questa contesa. Michele Apostolio costantinopolitano, uno de’ rifugiati in Italia dopo 1’espugnazione eli quella città, e accolto amorevolmente del Cardinal Bassarione, si lusingò di ottener grazia sempre maggiore presso di lui, se avesse prese le armi per difender Pla(a) L’opera elei Cardinal Bessarione in difesa di Platone, benché si stampasse in Roma senza duta di anno, appartiene però al i4^*) (Audifredi i’al. rom. ed/t. satc. xr, p. ai, ee.), ma forse agli ultimi mesi di esso, nel qual modo si può conciliare ciò che abbiamo veduto nllennarsi da Andrea da Trabisonda nel suo opuscolo scritto iu quest’unno medesimo, cioè che quell’opera non avesse ancora veduta la luce.