Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/580

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564 LIBRO uomini ili molto ingegno e d’infaticabile studio, non recaron però alle scienze co’ loro libri gran giovamento: e se noi dobbiamo esser grati al buon desiderio che essi ebbero di giovarci, non dobbiamo però ammirarli per modo che li proponiamo come modelli degni d’imitazione, Io finirò dunque ciò che appartiene a’ filosofi speculativi, e passerò a ragionare di quelli che presero ad oggetto de’ loro studj materie più utili, cominciando da uno che colle sue opinioni diede occasione a una sanguinosa contesa, cioè da Galeotto Marzio da Narni.

XXVII. Niuno ho io trovato fra’ moderni scrittori che ne abbia illustrata con qualche diligenza la vita , la qual pur fu soggetta a molte e curiose vicende. Apostolo Zeno ne parla coll’ordinaria sua esattezza in alcune delle sue lettere pubblicate tra quelle scritte a monsignor Fontanini , ma non ce ne dà che alcune poche notizie, e io perciò ho procurato con qualche fatica di raccogliere da ogni parte ciò che fa d’uopo per darne contezza, valendomi singolarmente delle opere che se ne hanno alle stampe. Egli era nato in Narni città dell' Umbria , e perciò talvolta vien detto Galeotto da Narni. Nella sua risposta a Giorgio Merula, di cui poscia diremo , ei ci racconta che fu agli studj in Padova, e che ivi essendo in età di ventitré anni cominciò a congiungere lo studiare in medicina col tenere scuola di lettere umane, e che per treni’ anni avea sostenuto l’impiego di pubblico professore: Legimus pullice trigin ta annos; nam trium et viginti annorum eramus, cum docere incepimus; doccbaiuus