Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/581

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SECONDO r65 !aidem, e/ docebamur. Nani Medie inae Patavii in studiis humanitatis rum esse mas professi operam dedimus (in Merula Refutatio p. 99, ed. Turin. 1517); e continua dicendo che lungi dall' abbandonarsi all1 ozio e a1 piaceri, godeva di occuparsi continuamente o nello studio delle lettere, o nel maneggio dell’armi, di cui assai si piaceva, come fra poco vedremo. Il Papadopoli e il Facciolati non fanno menzione alcuna del Marzio. il quale pure dovrebbesi aggiugnere al catalogo degli scolari non meno che de’ professori di quella celebre università. Della scuola da sè tenuta in Padova, parla ancora in quel libro medesimo il Marzio, ove dice che spiegando egli ivi le Georgiche di Virgilio, ebbe talvolta a suo uditore il Merula, benchè più vecchio: Valde enim ubique glodiatur Merula, quod Galeotti fuerit auditor: homo senior juniorem adoptat praecptorem. At ego non memini vidisse Georgium in lectione mea, nisi Patavii cum legebam librum Georgicorum (ib. p. 118). Padova non fu la sola università in cui Galeotto tenesse scuola. L1 Àlidosi lo annovera ancora tra1 professori di rettorica e di poesia nell1 università di Bologna dal 1462 fino al 1477 (Dott forest, di Teol. ec. p. 37). Ma in questo numero d’anni vi ha certamente errore; perciocchè vedremo che assai prima del 1477 egli era in Ungheria. Il Marzio accenna ancora una disputa avuta in Venezia col suddetto Merula (l. cit. p. 83), e un1 altra con lui tenuta in Roma intorno all1 immortalità dell’anima (ib. p. 117)? la qual seconda seguì probabilmente nell’occasione di cui tra poco diremo.