Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/608

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5lja LIBRO /. 3). Ed egli è quell’Antonio Flaminio di cui Pietro Valeriano ci descrive lo strano carattere (De Li f te rato r. In/elic. I. i), dicendo di’ egli nimico della società non conversava mai con alcuno; non volle mai in sua casa alcun servidore; mai non andò alla tavola altrui, nè ammise mai alcuno alla sua; e che dopo aver vissuto così in segreto, in segreto ancora morì; perciocchè il bettoliere che ogni giorno vendeagli il cibo, non veggendolo già da tre dì comparire, entratogli in casa per una finestra il trovò steso in terra, e morto fra i libri. Antonio Torquato ferrarese medico e astrologo scrisse un pronostico sulla rovina d’Europa indirizzato a Mattia re d’Ungheria, in cui prediceva gli avvenimenti dal 1480 fino al 1540. Il Borsetti ne cita due codici da lui veduti (Hist Gymn. ferrar. t. 2, p. 28), e un altro pur ne conserva questa biblioteca Estense, il quale è scritto dopo l’avvenimento di tutto ciò che quel valente astrologo avea predetto; e perciò il copista ha accennati in margine i fatti de’ quali il Torquato intendeva di favellare; e con queste note esso è stato pubblicato dal Frehero (Script. Rer. German, t. 2, p. 5(5i)). Ma questo pronostico stesso basta a mostrar l’impostura di questa pretesa scienza, perciocchè fra qualche cosa, in cui si può in qualche senso affermare che l’autore abbia colto nel vero, ve ne ha mille in cui ha errato solennemente. Lo stesso Borsetti fa menzione di Battista Piasio filosofo e astronomo cremonese (l. ciL), e ripete il breve elogio che ne ha fatto l’Arisi. Migliori notizie ce ne ha date il P.Lyron Maurino