Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/653

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SECONDO 1)07 rizzazion del trallato De’ Gaudii dell’animo del medesimo Bosso; e avendone ancora dopo lui brevemente trattato il co. Mazzucchelli (l. ciL t. 2, par. 3, p. 1862, ec.), oltre più altri autori da esso citati. Matteo nato da nobil famiglia in Verona l’anno 1428, fu inviato in età ancor giovanile a Milano, ove frequentò la scuola di Pietro Perleoni! riminese celebre professor d’eloquenza. Tornato poscia alla patria, ivi nel i/,5i vesti l’abito de’ Canonici Regolari; e indi continuò i suoi studj in Padova sotto la direzione di Timoteo Maffei dello stesso suo Ordine, uomo allora dottissimo, di cui, come pure di Paolo e di Celso Maffei e di alcune opere loro , si posson vedere più minute notizie presso il marchese Maffei (Ver. illustr t. 2, p. 159, ed. in 8.°). I lieti avanzamenti ch’ei fece negli studj d’ogni maniera, e le virtù religiose di cui diede continui esempj, il rendono degno delle più cospicue cariche nel suo Ordine. Ne resse saggiamente molte Canoniche; ma niuna dovette piacergli tanto, quanto quella di S. Bartolommeo di Fiesole, perchè essa gli diede occasione di conoscere Lorenzo de’ Medici. Questo grand’uomo saggio discernitore del vero merito concepì del Bosso sì grande stima, ch' egli in ciò andava del pari con Angelo Poliziano e con Giovanni Pico della Mirandola; e questi due dottissimi uomini godevano sommamente di conversare con lui; e il Pico principalmente, che per un anno si trattenne in quella Canonica. I na bella testimonianza ce ne ha lasciata il Poliziano in una sua lettera