Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/72

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56 LIBRO luce 1’anno 1749 (a)• 10 non mi tratterrò che su ciò che appartiene all’oggetto di questa mia Storia. Nè io parlerò qui dell' aumento che per lui ebbero le pubbliche biblioteche, del riaprimento per lui ordinato dell1 università di Pisa , delle antichità che da ogni parte raccolse. delr impegno ch’egli ebbe per la filosofia platonica, della cui Accademia fu il principale ornamento, de’ Greci eli’ egli onorevolmente accolse, e destinò a tenere scuola in Firenze , della poesia italiana felicemente da lui coltivata, delle quali cose sarà altrove più opportuno luogo a parlare. Qui basti il riflettere ch’egli fra la gravissime cure della repubblica interamente a lui confidata , seppe in tal modo attendere a far fiorire le scienze, e proteggere e favorire gli uomini dotti, che pareva di ciò solo occuparsi. Avea egli avuto a suo maestro Gentile di Urbino , a cui mostrossi poi grato colf ottenergli il vescovado d’Arezzo , e fin d1 allora diede sì grandi pruove d’ingegno, che Cristoforo Landini, vedutine alcuni versi, disse che in quegli studj avrebbe Lorenzo superato ogni altro (Valor. Vita Laur. Med. p. 8). Marsiglio Ficino e Angelo Poliziano furon fra tutti i dotti coloro ch’egli amò più teneramente. Le lettere da lui (n) Tutto ciò clic qui c in nilri passi di questo tomo abbinili detto intorno alla premura e alla magnificenza di Lorenzo de’ Medici nel coltivare e nel promuover gli studi c le belle arti, può ora vedersi confermato e più ampiamente svolto da monsignor Labbroni nella Vita che di quel grand7 uomo ci ba data eolie stampe di Pisa l’anno 178.J