Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/73

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PRIMO O7 scritte al primo (Ficin. Op. p. 620 , 621, 622, (647) bastano a dimostrarci fin dove giugnesse l’amore ch’ei gli portava; il secondo fu da lui mantenuto in sua propria casa, e in ogni più ampia maniera onorato e premiato, e assai spesso ci si offriranno nel corso di questa Storia uomini eruditi che il provarono splendido mecenate. L1 architettura ancora e la musica furon da lui sommamente pregiate, e tutte in somma le belle arti nelle ricchezze e nel favor di Lorenzo ebbero un fermo e glorioso sostegno. Io non finirei sì presto, se ad ulterior pruova di tutto ciò volessi qui riferire le testimonianze che ce ne hanno lasciate gli scrittori di quella età. Ma non posso indurmi ad orninettere una lettera di Angelo Poliziano, con cui ne descrive la morte, e ne forma l’elogio. Egli ci dipinge sì al vivo questo grande eroe in quegli estremi momenti, e ci fa un sì vago ritratto di tutte le più belle virtù ond’egli era dotato, che non si può leggere senza un dolce sentimento di tenerezza; e spero che i miei lettori soffriran di buon grado el11 io offra loro almeno in parte recato in lingua italiana questo tratto , a mio parere, incomparabile di naturale eloquenza.

XV. Dopo avere il Poliziano , scrivendo a Jacopo Antiquario (l. 4 , ep. 2), parlato delle infermità che da lungo tempo travaglian Lorenzo, il giorni innanzi alla sua morte, dice, essendo infermo nella sua villa di Carregi, venne in tale sfinimento di foi’ ze, che più non rimase speranza alcuna di conservarlo. Di che egli, uomo saggio come era, essendosi avveduto f