Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/75

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primo 5y gii altri erano assenti, e lo esortò a soffrir di buon animo la legge della necessità. perciocchè non gli sarebbe mancato I aiuto del Ciclo, eli egli pure in tante e si diverse vicende avea costantemente provato, purchè operasse ognor saggiamente. Più altri consigli riferisce qui il Poliziano, dati da Lorenzo al figlio , e poscia siegue: Venne frattanto da Pavia il vostro Lazzaro , medico, per quanto a me ne parve, dottissimo , ma che chiamato troppo tardi ì per tentar pur qualche cosa, ordinò lo stritolamento di varie gemme, per farne non so qual medicina. Chiede allor Lorenzo a’ domestici, che si faccia ivi quel medico, e che cosa apparecchi , e avendogli io risposto di ei formava un rimedio per confortare le viscere; egli conosciuta tosto la mia voce, e guardandomi dolcemente , come sempre soleva, O Angiolo, dissemi , sei tu qui? e insieme levando a stento le languide braccia, mi afferrò strettamente amendue le mani. Io non potea trattenere i singhiozzi e le lagrime 7 cui nondimeno sforzavami di nascondere y volgendo altrove la faccia. Ma egli, senza punto commuoversi, proseguiva a strigner le mie fra le sue mani. Quando si avvide che il pianto ni impediva il parlargli., a poco a poco quasi naturalmente mi lasciò libero. Corsi allor subito nel vicino gabinetto , ed ivi diedi sfogo al mio dolore e alle lagrime. Poscia asciugandomi gli occhi, e tornato dentro , appena egli mi vide, e mi vide tosto, mi chiama di nuovo a sè, e mi chiede che faccia il Pico dalla Mirandola. Gli rispondo di egli era rimasto in città, perche temeva di essergli