Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/165

Da Wikisource.

SECONDO 807 il FaccioJati però uè alcun altro de’ mentovati scrittori ha avvertito che il Cipolla fu ancora per qualche tempo professore in Ferrara, benchè il Borsetti non ne faccia menzione. Io lo raccolgo dal catalogo più volte da me mentovato de’ professori di quella università dell’anno 1450, che si conserva negli Atti della Computisteria di Ferrara , in cui è nominato Don Bartholomaeus Cipolla, senza però che vi si vegga, come negli altri, espresso lo stipendio di cui godeva. Nel 1466, secondo il Facciolati, fu chiamato a Roma all’impiego di avvocato concistoriale, ma fra non molto fece ritorno a Padova, ove nel 1470 avea la seconda cattedra di Diritto civile, e quattro anni appresso fu promosso alla prima. A ciò deesi aggiugnere che nel 1471 fu inviato dalla Repubblica veneta insieme con Paolo Morsini alla Dieta di Ratisbona, ove dall’imperador Federigo fu onorato del titolo di cavaliere (Agost Scritt venez. t. 2, p. 182, ec.). Il Facciolati lo dice morto nel 147^- 1 march. Maffei, sull’autorità di F. Jacopo Filippo da Bergamo , più giustamente ne fissa la morte al 1477- Delle opere da lui composte e poscia stampate veggansi singolarmente il Papadopoli (Hist. Gymn. pat. t. 1, p. 22.4, ec.) e il march. Maffei, giacchè il Fabricio non si è degnato di dargli luogo nella sua Biblioteca de’ tempi di mezzo. Fra esse la più pregiata è quella De Servitutibus urbanorum et rusticorum praediorum, che, benchè venga ripresa come scritta con poco ordine, è nondimeno avuta in tal conto, che se ne son fatte molte edizioni, e di fresco ancora ella è stata recata in lingua italiana.