Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/217

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SECONDO ODt; Giasone Maino e di Giovanni dal Pozzo, a’ quali egli proponeva talvolta le sue difficoltà , e le incalzava per modo ch’essi divincolavansi, e avean gran pena ad uscirne. Nel secondo anno si espose al cimento di una pubblica disputa , disapprovata prima da Lancellotto che sgridò il fratello come giovane prosontuoso ed ardito, ma che poi ebbe sì felice successo, ch’egli stesso ne rimase stupito , e previde che da esso ei sarebbe stato di lunga mano superato in quella scienza. Nel terzo anno di tale studio, cioè nel 1473 essendo stato Lancellotto chiamato a Pisa, Filippo gli tenne dietro, e tosto rivolse a sè gli sguardi di tutti i più celebri professori che ivi erano, tra’ quali annoveransi Baldo Bartolini, Filippo Corneo, Bartolommeo Soccini e Girolamo Zanettini. Ei diede principalmente a conoscere il suo ingegno nelle frequenti dispute che sostenne con Pietro Monza vicentino, ma oriundo da Milano, e pel lungo soggiorno in Roma detto Romano, che fu egli poscia ancora famoso giureconsulto e auditor della Camera in Roma, e il cui funebre elogio composto da Tommaso Fedro Inghirami è stato recentemente dato alla luce (Anecd. literar. t. 3, p. 191, ec.). E già era Filippo giunto a tal fama, che l’an 1476 onorato della laurea (Fabbrile ci, Calog. Racc. d Opusc. I. 3j, p. i \), fu destinato a leggere , benchè in età di soli ventidue anni incirca, in quella università le Istituzioni collo stipendio prima di 30, poi di 40, e per ultimo di 60 fiorini. Descrive qui il Boeza la vivacità e il fervore con cui Filippo diede principio al suo magistero, e l’applauso