Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/249

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SECONDO #ijl quali mi basterà di dir brevemente, poichè non v’ ha Ira essi alcuno che possa pretendere di essere annoverato tra’ più famosi. Jacopo Zocchi ferrarese fu professore di Diritto canonico prima nella sua patria, poi in Padova verso il 1440 secondo il Panciroli e il Borsetti (Hist Gymn. ferr. t. 2, p. 24); ma il Facciolati afferma (Fasti Gymn. pat. pars 2 , p. 32) ch’egli vi era liu da! 14^0 5 c^10 ue^ *433 gli fu accresciuto lo stipendio fino a 250 ducati; e che ivi morì nel Domenico da Ponte di patria veneziano professore nella stessa università ne’ primi anni di questo secolo (ib. p. 3). Taddeo o Taddeolo da Vimercate ivi pur professore di Diritto canonico, di cui il Facciolati racconta (ib.) che l’anno 1413 avea il tenue stipendio di 50 ducati, e che sembrando di’ ei fosse di * troppo inferiore a Prosdocimo de’ Conti suo competitore, fu preso il partito di dargli onorevol congedo. Di lui parla ancor l’Argelati (Bibl Script, mediol. t. 2, pars 1, p. 1671), il quale però nulla dice della cattedra ch’egli ebbe in Padova, ma narra invece eli’ ci fu professore nell’università di Pavia e di Piacenza (e ne abbiamo in fatti il nome nel più volte mentovato Catalogo (Script. Rer.ital. vol 20, p. 939) de’ Professori di Piacenza nel 1399, e negli Atti della prima università al 1381 e al 1391): che fu onorato in Milano di cospicue cariche; che dall’imperadore Sigismondo ebbe il titolo di conte Palatino, e che viveva ancora nel 1427 Lodovico de’ Malizi e Prosdocimo da Limena amendue padovani, e Agostino Michele veneziano, mentovati ancora dal