Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/263

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SECONDO jjOO nostra città nutrice di tutte le scienze, lascino che noi godiamo il vantaggio che dal tuo sapere in noi si deriva.

XIV. Alla stessa università di Padova appartengono tre altri giureconsulti, de’ quali ragiona in seguito il Panciroli (c. 38, 39)). Ma ciò eli’ egli ne dice, ha bisogno di essere in più luoghi emendato. Il primo è Jacopo Leonessa padovano, di cui narra che, ottenuta la laurea nel 1444? cominciò a tenere scuola; che fatto poi canonico della cattedrale, passò a Roma, ove dal pontefice Martino V lu l’atto l’anno i |6o presidente della Romagna, poi nunzio al re de’ Romani, e, dopo altre cariche, auditor della Ruota; che morto poscia Martino, tornò a Padova, ed ivi morì nel 1474 Il Papadopoli, dopo aver riferite queste cose medesime, osserva (Hist Gymn. pat. t.1.p. il grave anacronismo del Panciroli nel far vivo Martino V nel 1460, e va ricercando da quale de’ successori di Martino potesse il Leonessa ricevere cotali impieghi. Ma io dubito ancora se ei gli ricevesse da alcuno. Certo il Facciolati non ne fa motto, e solo si dice (Fasti Gymn. pat pars 2, p. 50) che egli era professore di Diritto civile nel 1464 collo stipendio di 100 ducati; che poco appresso passò alla cattedra (del canonico; che nel 1467 recossi a nome dell’università a Venezia con Bartolommeo Cipolla , e ottenne che le vacanze del carnevale si restringessero a soli dieci giorni; e ch’ei morì nel 1472 del che reca in pruova la matricola del collegio de’ dottori. Quindi, s1 ei non ebbe le dignità dal Panciroli indicate prima