Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/264

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yo6 MB HO di essere professore, il clìe sembra troppo difficile , io non veggo in qual tempo ei potesse esserne onorato, il secondo è Giovanni. o Gianjacopo de’ Cani, di cui il Panciroli , dopo aver detto che tenne scuola per quarantasei anni, dice che morì l’anno 1490 in età di quarantanni. Questo errore ancora è stato rilevato dal Papadopoli (l. cit. p. 228), il quale sull’autorità del Porcellini gli dà solo quindici anni di cattedra , e il fa morto pur nel detto anno, e nella stessa età che il Panciroli gli assegna. Il Facciolati al contrario ripete (l. cit. p.41 ch’egli insegnò per quarantasei anni, e gli fa cominciar la lettura nel 1443 e il fa morire assai vecchio l’anno 1493, e aggiunge che nel 1478 trovandosi egli padre di dodici figliuoli, ottenne dal senato alcune esenzioni, e che tre anni appresso gli fu accresciuto lo stipendio fino a’ 150 ducati. Or tra due storici della stessa università, che appoggiati a’ monumenti de essa ci narran cose tanto diverse e contrarie, a chi crederem noi? Io penso che il Facciolati sia stato più esatto del Papadopoli, ma non posso a men di non bramare , come ho fatto più altre volte, che si pubblichi finalmente una storia degna del gran nome, di cui quella università ha sempre goduto, e di cui gode tuttora. Il Panciroli ed il Papadopoli annoverano alcune opere da lui composte, e alcune altre da essi omesse si aggiungono dal Facciolati. Il terzo è Alessandro Nevo vicentino. Il Panciroli di lui ci dice soltanto che nel 1457 spiegò in Padova il Diritto canonico; che per vcntisci anni ebbe questa cattedra in Vicenza