Vai al contenuto

Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/335

Da Wikisource.

TERZO 9?7 perciò eh’io mi arresti a parlarne più stesamente (*). (•) Il eh. sig. abate Giambntista Favre, nella sua opera pubblicata poco prima della sua morte nel 1779 in difesa del marmo Viterbese del re Desiderio , non ha lasciati senza difesa anche gli scrittori di Annio, non sol difendendolo, come io pure ho fatto, dalla taccia d’impostore, ma da quella ancora di credulo; e perchè io ho detto qui che non giova il trattenersi a provare che quegli autori sono supposti, perchè di ciò non può dubitare se non chi è incapace d’essere convinto, egli risponde che ciò è dire ingiurie, non recare pruove. Io non ho preteso con ciò d ingiuriare, ma di appellare al senso comune , ed ad esso appello di nuovo; e mi lusingo che a un tal tribunale il nome dell’abate Favre sarà giudicato degno di grandissima lode , perchè nel difendere questa causa ha mostrato un ingegno non ordinario e una vastissima erudizione; ma che insieme si deciderà che degli scrittori di Annio si continui a giudicare, come si è da’ saggi giudicato (finora, Io vorrei solo che alcun ci dicesse (giacchè l’autore non è più in grado di farlo) qual sia, e ove esista quella opera del famoso Sigonio sopra le Imprese, della quale egli sull’autorità di un certo Domenico bianchi scrittore di una Storia inedita di Viterbo cita un passo in lode degli scrittori di Annio. Niuno ha finora conosciuta , ch’io sappia, questa opera del Sigonio, ed essa certo non si trova tra quelle di questo dotto scrittore pubblicate in sei tomi in Milano. « Cosi io scrissi nelle Giunte alla prima edizione della mia Storia. Il suddetto sig. abate Masdeu ha impiegata una delle Illustrazioni aggiunte al tomo primo della sua Storia critica di Spagna (p. 175, ec.) nel confutar questa nota: nè io posso attribuirlo che alla gentilezza sua nel favorirmi, giacchè essa nulla ha che fare sulla Storia di Spagna; e degli scrittori di Annio sente egli pure come sento io. Riporta egli dunque l’ultimo passo di questa nota: io vorrei solo , ec. E poi mi rimprovera perchè io abbia dimandato conto all’abate Favre dell’opera sulle Imprese del Sigonio da niuno finor conosciuta; e aggiugue