Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/357

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TERZO 9J)9 Ma atterrito dalla difficoltà di accertare il vero parlando di troppo lontane provincie, ne depose il pensiero, e si ristrinse a scrivere delle cose accadute in Italia. Ei comincia la storia dal tempo in cui egli nacque, e scorre in breve i primi anni della sua vita, unendo ad essa un compendioso racconto de’ fatti più memorabili avvenuti in Italia. Poscia più stesamente descrive la storia del suo pontificato fino alT ultimo anno di esso. Si può adunque quest’opera considerare come una storia generale d’Italia dal 1405, in cui nacque Pio II, sino al 14^3 5 ed ella è scritta con eleganza di stile per quel tempo non ordinaria, con eloquenza, con forza, e ben diversa dalle fredde compilazioni, e da’ rozzi racconti per lo più usati in addietro. Egli è vero storico che esamina i fatti, ne ricerca l’origine, ne osserva gli effetti, descrive i costumi degli uomini, il diverso loro carattere, le lor passioni. Quindi Paolo Cortese di lui ragionando dice (De Cardin. l. 1, p. 39) che in lui prima che in altri si vide il principio di quel cambiamento felice che poscia seguì nella letteratura; che cominciò egli ad usare di uno stile più ornato; che non v’era chi fosse più di lui dolce in poesia, più preciso nella storia, più copioso nell1 eloquenza; e che, se fosse vissuto a’ tempi migliori , sarebbe stato oggetto d’ammirazione. Questi Comentarj non vennero a luce che 120 anni dopo la morte del loro autore, e furono pubblicati come opera di Giovanni Gobellino vicario (di Bonna e segretario di Pio II. E forse lo stesso pontefice avea lor posto in fronte