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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/383

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TERZO I0115 stabilmente in Roma, ma confessa egli stesso nel principio del suo dialogo sulla infelicità dei Principi da lui scritto, quando già da trentaquattro anni serviva a’ romani pontefici, che in tutto quel tempo non aveva mai passato un anno intero in una stessa città, ma quasi sempre era andato viaggiando da un luogo ad un altro (Op. p. 392). Troviamo in fatti ch’egli intervenne al concilio di Costanza, e abbiamo altrove vedute le belle scoperte ch’egli e ivi ed altrove fece di molti antichi scrittori. Ei viaggiò ancora circa il 1418 nell’Inghilterra, benchè non si sappia precisamente per qual motivo; del qual viaggio fa egli stesso più volte menzione (ib. p. 108, 109)5 e pare che ci si trattenesse non poco tempo, perciocchè egli dice (ib. p. 311) che dopo lungo intervallo tornò finalmente alla corte. È probabile ch’ei seguisse i pontefici Martino V e Eugenio IV ne’ molti viaggi che intrapresero, e che altri ne facesse per ordin loro (a). In uno di essi ei fu fatto prigione da’ (a) Le epoche del servigio di Poggio nella corte romana sono state più esattamente (fissate dal ch. sig. abate Marini Degli Archiatri pontif. t. 2, p. 127). 1.gli crede probabile che l’impiego di scrittore apostolico gli fosse conferito da Innocenzo VII , il qual tenne il papato da’ 17 di ottobre del 1404 fino a’ 6 di novembre del 1 ioti, il che non si discosta molto da ciò che abbiam detto ch’ei fosse a quell’impiego trascelto circa il 1402. Giovanni XXIII nel terzo anno del suo pontificato, cioè o verso la fine del 1412, o ne’ primi mesi del 1413 , lo nominò scrittore delle lettere della penitenzieria. Fece poscia da segretario, benchè non fosse che scrittore, co’ pontefici Martino V, Eugenio IV, Niccolò V e Callisto III, da cui fu sollevato veramente all’impiego di segretario