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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/392

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1034 LIBRO monumenti dimostra Apostolo Zeno , il quale belle notizie ci ha date di questo scrittore (Diss. voss. t. 2, p. 253, ec.), che unite alla Vita pubblicatane nel 1678 dal sig. Domenico Maria Manni appena ci lasciano intorno ad esso cosa alcuna a bramare. Ei nacque circa il 1430, e verso il 1 f5o venuto a Firenze, fu ivi condiscepolo di Jacopo degli Ammanati poi cardinale, cui ebbe a compagno non sol negli studj, ma nella povertà ancora e ne’ disagi a cui per essa amendue erano sottoposti, come lo stesso Ammanati ricorda poscia allo Scala (ep. 438, 473). Cosimo e poscia Pietro de’ Medici, conosciutone il non ordinario talento , il presero al lor servigio, e con ciò non solo gli agevolarono l’in noi trarsi nella già cominciata carriera de’ suoi studj, ma gli aprirono ancora il sentiero agli onori della repubblica, da cui fu sollevato a’ più cospicui magistrati e alle splendide cariche di cancelliere e di gonfaloniere , e arrolato all’ordine senatorio ed equestre, e inviato l’anno 1484 ambasciadore al pontefice Innocenzo VIII, innanzi al quale recitata avendo una sua orazione, che si ha alle stampe, ne ebbe in premio il titolo di cavaliere dello spron d’oro, e di segretario apostolico. Ma poscia, non si sa bene per qual ragione, scomunicato pubblicamente in Firenze, dovette tornare a Roma in atteggiamento di reo per averne l’assoluzione. Gli onori ottenuti, come furon sorgente allo Scala di molte ricchezze, colle quali, oltre una magnifica villa presso Firenze, ei fabbricò ancora in città un superbo