Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/423

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TERZO I o65 a che veggansi le rillessioni di Apostolo Zeno (Diss. voss. t. i , p. i 24, ec.). Notizie ancor più copiose, così dell’autore, come della Storia da esso composta, ci ha poi date il P. Angiolgabriello da Santa Maria nella sua Biblioteca degli Scrittori vicentini (t. 3. p.88, ec.). Niuno storico di qualche nome ebbe in questo secol Verona; o niuno almeno ne accenna, che degno sia di special ricordanza, il march. Malìei. Ninno parimenti ne ebbe Bergamo; perciocchè il Poresti e il Carrara, già da noi mentovati, più solleciti furono di narrare le cose generai-^ mente avvenute in Italia e in Europa , che di esporre le vicende della lor patria. Non così Brescia, che priva ne’ secoli precedenti di storico , tre ce ne mostra in questo. Il primo è Jacopo Malvezzi, che nel 1412, com’egli stesso nell’esordio ci narra , ritiratosi da Brescia sulle sponde del lago di Garda per isfuggir la pestilenza , prese a scriver la Storia della sua patria , cominciandola da’ più antichi tempi. Ma o egli non potè condurla al suo fine, o ne è perita la parte che dovea esser la migliore, cioè dal 1332 fino a’ suoi tempi. La parte che ce n1 è rimasta, è copiata in gran parte da’ più antichi scrittori, e piena perciò delle favole da essi adottate , oltre quelle che vi ha aggiunto egli stesso. Ella nondimeno giova un poco a farci conoscer la storia di quella città ne’ tempi meno dall’autore lontani, e le tradizioni che ivi allora si conservavano. Il Muratori, a cui ne dobbiamo la pubblicazione (Script rer. ital. voi. 14y p. 773), osserva che l’autore s’intitola dottore di medicina, e eli’ei fu di nascita