Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/457

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TERZO IO99 passò quindi alla corte del re Alfonso, da lui invitato, e accolto con onorevoli distinzioni, ma non sappiamo precisamente in qual anno, e ivi soggiornò il rimanente della sua vita (*). Ei morì nel novembre del 14^*7 5 bitomo alla qual epoca veggansi le osservazioni del Zeno, che confessando di avere dapprima in ciò errato, mostra ancora eli’egli avea già conosciuto e corretto il suo errore, e si duole perciò dell’ab. Mehus che ne avverte il fallo, e ne tace la correzione. Amendue questi scrittori ci han dato un esatto catalogo delle opere del Fazio, sì pubblicate che inedite. Tra le prime sono i dieci libri de’ Fatti del re Alfonso stampati la prima volta nel 1560, la Storia della guerra di Chioggia cominciata nel tra i Veneziani e i Genovesi, con altre operette storiche, alcune però delle quali non han mai veduta la luce. Ei fu un de’ primi a illustrare la storia letteraria de’ tempi suoi scrivendo gli elogi poc’anzi accennati degli uomini illustri, singolarmente in lettere, dei quali assai spesso in quest1 opera abhiam fatta menzione. A questi elogi l’abate Mehus ha aggiunte ancora alcune lettere finallora non pubblicate del Fazio (**). Due operette (*) 11 Fazio fu ancora per qualche tempo in Firenze, alfine di studiarvi la lingua greca , e abbiamo due lettere di Antonio Panormita (Epist. p. d, ed. Veti. 15’3), colle quali il raccomanda a Carlo Aretino e a Niccolò Niccoli, e ne dice loro gran lodi. (**) Alcune lettere di Bartolommeo Fazio sono state pubblicate di fresco (Bibl. Al SS. S. Michael. Venet, p. 372, ec.), che potranno arrecar nuovi lumi a chi voglia scriverne più minutamente la Vita.