Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/49

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SECONDO (X)l anni chianato da un altro console a Tripoli, per viaggio fu da’ ladroni assalito e spogliato da essi di quanto avea, e malconcio di ferite fu ivi lasciato qual morto; che nondimeno riavutosi a grande stento, e tornato ad Aleppo, dopo esservi stato tre anni, mentre pensava di tornarsene in patria, morì miseramente di peste. Del primo, come ho accennato, non fanno gli storici di quell’università menzione alcuna. Il secondo dal Facciolati si dice professore alr anno 15l5. Ma è certo dalla prefazione al dialogo del(Valeriano, da cui abbiam tratte queste notizie, che questo fu tenuto mentre ancor viveva Clemente VII, e che allora era il Doglionigià morto. E poichè il Valeriano di amendue ragiona, senza indicare a qual tempo vivessero, e pare anzi che parli di cose già da qualche tempo avvenute, così io credo che la morte di amendue debba riferirsi a’ primi anni del scolo xvi.

XI. Nell’annoverare i più celebri medici che tennero scuola nell’università di Padova, abbiam veduto che molti furon chiamati anco ad occupare altre cattedre; poichè durava ancora la gara tra le università italiane nell’allettare e nel rapirsi a vicenda i professori più rinomati , nè (questi eran troppo ritrosi ad abbandonare una città, se in un altra sperar potevano più copiosa mercede. Non giova dunque che noi andiamo scorrendo per ciascheduna delle altre università, affine di ricercare chi ivi fosse professore di medicina, o chi l’esercitasse con fama non ordinaria; Gli storici di esse ce ne danno la serie, e molti ce ne offrono, de’ quali non