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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/85

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SECONDO 73H le pi» esatte carte del territorio di Vercelli, avrebbero veduto che in esso appunto è una terra della Confienza, e che essa fu la patria di Pantaleone, il quale perciò or dicesi vercellese, or de Confluentia. Questo nome medesimo ha fatto commettere equivoci ad alcuni compilatori de’ catalogi, come al Maittaire che cita così un’opera di questo medico: Pantaleon de Vercellis de Confluentia Lacticiniorum, Taurini 1477 Ann, typogr. c. 1, p. 382); e al P. Orlandini: Pantaleonis de Confluentia Lacticiniorum, et Tractatus varii de butyro, de caseorum variorum gentium differentia, ec. Taurini 1477 (Orig. della Stampa, p. 378). Il Lipenio più esattamente ci ha dato il titolo delle due opere mediche che abbiamo di Pantaleone: Pantaleonisde Con/lentia Pillularium: Summa Lacticiniorum completa, ec., Lugduni 1525 (Bibl. med. p. 237). Due opere in somma ha egli alle stampe, una sopra le pillole tanto da lui pregiate, l’altra sopra i latticinj! ed altri cibi di tal natura. Un’altra opera di assai diverso argomento ci ha lasciata Pantaleone, cioè una raccolta di Vite de’ Santi, che il Marchand si vanta di avere prima d’ogni altro scoperta, ma che fu nota anche al Maittaire (l. cit. I. 5, pars 2, p. 542). Essa è intitolata: Pantaleonis Vitae Sanctorum. E al fine si legge: Per Clarissimum Medicum et Philosophum Dominum Pantalionem, perque Joannem Fabri Gallicum egregium artificem. De Vitis Sanctorum Patrum volumina in Casellarum Oppido feliciter impressa sunt anno Domini MCCCCLXXV. Heroys Calydonei luce penultima mensis Augustini U Marchaud,