Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/86

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L1LR0 che ha cercala nell1 AUcmagna la patria di Panta leone, va ancor più lungi a cercare il luogo ove quest’opera fu stampata, e ci vuol persuadere che quell’oppi do Cascllarum significa Casbe l città delf Irlanda. Ma noi non faremo sì lungo viaggio, e più vicino a noi troverem le Caselle in Piemonte non molto lungi da Torino. In fatti lo stampatore Giovanni Fabri era in Torino nel 1474 quando vi stampò il Breviario Romano (Maitt. l. cit. t. 1, p. 333), e vi era nel *477 ne^ fll,a^ anno pubblicò colle sue stampe i Decreti de’ Duchi di Savoia (ib. p. 373); e non è perciò a credere che in questo frattempo ei fosse andato in Irlanda, e ne fosse tornato; altrimente tai viaggi gli avrebbero divorato qualunque frutto ei potesse avere raccolto colla sua arte. Che cosa sieno queste Vite dei' Santi, il Marchand che le ha vedute, nol dice; e molto meno dirollo io, che non le ho vedute (*). E dell’autor di esse ancora nul11 al(*) L’eruditissimo sig. barone Giuseppe Vernazza di Freney, che ha vedute copie delle opere di Pantaleone da Vercelli, ossia da Confienza, qui da me indicate, me ne ha gentilmente trasmessa la descrizione. E quanto alle Vite de’ Santi, che sono in somma le antiche de’ Santi Padri , pare che Pantaleone non altra parte vi avesse che quella di unirsi collo stampator Fabri per procurarne 1 edizione. Della mia congettura, che questa stampa si facesse in Caselle terra del Piemonte presso Torino , una nuova pruova ha egli trovata, osservando la carta in essa adoperata, perciocchè ella è la stessa che il Fabri usò nel 1477 stampando in Torino gli Statuti di Savoia, e nel 1478 la Somma rolandina. Veggasi su ciò la Lezione sopra la Stampa dello stesso stg. barone Yernazza , ove e di questa e