Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/13

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terzo 1227 IT. E qu* io debbo ripetere ciò che più altre volte ho detto, per isfuggire la taccia di trascurato j cioè, che mia intenzione non è di annoverar tutti quelli de’ quali leggousi o stampate o inedite alcune rime; fatica inutile al fine di questa mia Storia, e da cui non potrei sperare altro frutto, che quello di annoiar totalmente e me e chi legge. Le opere del Crescimbeni e del Quadrio posson bastare a chi voglia averne contezza; e io non son tra quelli che pensino di avere scoperto un tesoro, quando possono additare un sonetto o un madrigale a quegli autori sfuggito. Ai’ detti scrittori però io rimetto chi brami di sapere i nomi di tutti i poeti italiani di questa età. Tra essi si veggono alcuni di quelli de’ quali abbiamo altrove parlato, e che anche nella poesia italiana si esercitarono, come Leon Battista Alberti, Leonardo Bruni, Ciriaco d’Ancona, di cui oltre quelle citate dal Quadrio (¿2, /j. 200) più altre rime, ma assai incolte, si leggono nel più volte mentovato codice trivigiano, il card Domenico Capranica, Francesco Accolti, Mariano Soccino il vecchio, Benedetto Accolti, Antonio Aglio, Benedetto Morando, Felice Fc1 ¡ciano, Mario Filelfo, Pier Candido Decembrio, Angiolo Poliziano, Giovanni Pico della Mirandola, Bartolommeo Fonte, e più altri. Il Canzoniere però di Francesco Filelfo, che il Quadrio dice (l. c. p. 201 > trovarsi manoscritto in questa biblioteca Estense, a me non è mai avvenuto di ritrovarlo. Dalla serie medesima de’ poeti dai’ detti scrittori tessuta noi raccogliamo che in questo secolo ancora alcuni de’ principi