Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/162

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XVI. Valore nr?I1 iniprowi«air Hi P»n/iluSaaaijauv poesie. l376 LIBUO un poemetto in versi esametri in lode di Alfonso I duca di Ferrara, intitolato perciò s/l~ phonsias. Esso è dedicato da Paolo figliuol di Francesco, e medico di professione, al duca Ercole II; e la lettera dedicatoria è scritta da Viadana a 30 di aprile del 1549 Il nome del poeta è espresso così nel titolo: Pub. Francisci Rococioli Mut. Poetae laureati; e questo ne è il principio, che parmi, a dir vero, avere alquanto dello stil di Lucano: Desuetos quiqumque jubes me visere colles, Pieridumque choros, et inermem scribere Mai lem, Cicute torporem mentis, turpemque veternum Disiice. Jam nimias resides in pectore curae Protraxere moras: agitandum turbine magno Pectus, et insani replendum numine Phoebi. Nella sopraddetta lettera dedicatoria si fa menzione di un altro poema del Rococciolo in lode di Modena, intitolato Multineis, il quale diviso in dodici libri conservasi manoscritto nella biblioteca dell’Istituto di Bologna, insieme con una selva intitolata De statu Matinae an 1501. Il Cinelli innoltre (Bibl. volante, t. 4, p. 163) ne rammenta un’orazione sopra la poesia stampata da Domenico di lui fratello nell’an 1504. Finalmente in alcune note marginali a penna aggiunte all’ opera poc’ anzi citata del Vedriani (il quale parla solo di Domenico lo stampatore (l. c. p. 78), e passa sotto silenzio il poeta) si dice che se ne ha alle stampe una Satira con alcuni altri versi latini. XVI. Noi ci siamo avanzati alquanto entro il sec xvi nel ragionare di questi due scolari di Bartolommeo Prignani, anche perchè essi