Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/189

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TIMO I,(o3 latini nielliti »e ne conservali tuttora nella Laureuziana in Firenze (Barul. Cai. Codi. Uit. t. 2, p,(J3). Ei riporta per ultimo gli onorevoli elogi con cui dell’Augurello han parlato molti scrittori di quei’ tempi, e altri venuti appresso, e ribatte le accuse che gli hanno dato il Balzac e Giulio Cesare Scaligero. E certo chiunque ha qualche idea di eleganza e di gusto non può negare che l’Augurello non sia un de’ più colti poeti latini di-questo secolo, e uno de’ più felici imitatori degli antichi. Delle quali cose a me basti l’aver fatto un sol cenno, per non ripetere senza alcun frutto ciò che da altri è già stato egregiamente illustrato. XXII. Del Bologni ancor non fa d’uopo ch’io ragioni qui lungamente, Il can. Leoni (Suppl, al Giorn. de' Leder. J Ital. t. 2, p. 131) e il sopraccitato co Mazzucchelli (l. c. t. 2, par. 3, p. 1487) ci han date intorno a lui le più esatte notizie. Nato in Trivigi nel 1454 si volse principalmente agli studj legali, da' quali ancora fu sollevato ad alcuni onorevoli impieghi. Ma altri studj eran più conformi all’inclinazion del Bologni. Già abbiamo altrove osservato ch’ ei fu un dei’ primi a far raccolta di antichità ed iscrizioni, e il primo per avventura che al raccoglierle unisse ancor lo spiegarle. Il suo Antiquario, che conservasi manoscritto presso il sig. Lodovico Burchelati in Trivigi, è frutto delle fatiche da lui perciò sostenute. Viaggiò molto a tal fine, e del viaggio fatto a Milano ci ha lasciata ei medesimo la descrizione che fu poi pubblicata nel 1626. Egli attese inoltre all’edizione di vari libri clic a