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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/199

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TERZO I4I3 aggravai, caecilatem, unum hoc literarum praesidium, unum hoc solarium semper habui, quo calamitates omnes et praesentes constantissime iole cavi, et adventantes fòrtissime reputi. Ho die quoque quum nihilominus, atque haud scio, an etiam magis, fortunae procellis cangi ter, uniissa oh teinporum perversitateni quiescendi spe, ab hoc uno literarum studio et vitae praesidia et animi rilaxationem peto. La fama sparsa in ogni parte del singolar talento di Aurelio giunse all’orecchie del re Mattia Corvino, il quale avido di radunar nel suo regno quanti più potesse aver uomini dotti, principalmente italiani, gli fece istanza perchè colà si recasse. Non sappiamo quando precisamente egli intraprendesse quel viaggio. Ma certo egli era ancora in Roma nel 1482, quando, come altrove abbiamo osservato (t. 6, par. 1), si celebrò l’anniversario del Platina 3 e vedremo innoltre tra poco che spesso ei mostrò il suo raro talento d’improvvisare innanzi al pontef Sisto IV. Sembra dunque probabile ch’ei partisse da Roma e si recasse in Ungheria, dappoichè il re Mattia fondò una nuova università in Buda, poco dopo il detto anno 1482: intorno alla quale università degna è d esser letta una assai erudita dissertazione del P. Sisto Schier agostiniano stampata in Vienna nel 1774? intitolata Memoria Academiae Histropolitanae seu Posoniensis. In essa fra le altre cose egli osserva che si trova memoria d Aurelio negli Atti di quella università all"occasione di alcuni libri che il re gli fece prestare dalla sua biblioteca 3 e aggiugne che, morto nel i4'J« »1