Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/268

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LIBRO munente più bello per l’eleganza dello stile al pari che per la sceltezza delle notizie non si '1 ato da più anni addietro; rimirar Vittorino come il più saggio e il più amabile fra tutti i professori di questo secolo. Io ne farò qui un brevissimo compendio, aggiungendo ancor qualche cosa tratta da altri scrittori di quel tempo. Egli ebbe a sua patria Feltre, da cui prese il cognome; ed ivi nacque circa il 1379 da Bruto de’ Rambaldoni e da una certa Monda, e fu di famiglia onorata, ma povera per tal modo, che spesso mancava ancor delle cose più necessarie. Inviato a Padova per gli studj, nella grammatica, nella dialettica, nella filosofia fece i più lieti progressi. Abbiamo altrove narrato ciò che gli avvenne con Biagio Pelacani, ch era ivi professore di matematica, e abbiam veduto che Vittorino ributtato dall’avarizia di quell’uomo per altro assai dotto, da se medesimo coltivò quella scienza, fino a destarne invidia e stupore nel Pelacani. Tornato frattanto dalla Grecia Guarin da Verona, Vittorino da lui apprese la lingua greca, e a lui si strinse per modo, che ed egli ebbelo sempre in conto di padre, e Guarino mandò poscia Gregorio uno de’ suoi figliuoli alla scuola di Vittorino. Così rendutosi presto famoso in Prenddacqua; perciocché egli gli dì» per padre Bruto Uomagno, non de’ Rambaldoni, e per madre una Lucia. Ma a me sembra che l’autorità del Prenddacqua sia da preferirsi a quella del Platina, perciocché il secondo non era stato, coinè il primo, scolaro di Vittorino. non può a meno di non