Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/288

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1503 unito de FAead. des Inscr. t 10, p. 691), di cui si è singolarmente giovato il P. Niceron (Mem. des Hom. ill. t. 42, p. 230). Alle ricerche d’essi ha aggiunte più cose Apostolo Zeno (Diss. voss. t. 1, p. 275), e qualche altra notizia ce ne ha somministrata il dott Sassi (Hi st. tjrpogr. mediai.). Noi dunque, seguendo il nostro costume, direm brevemente ciò che questi illustri scrittori hanno stesamente provato, e ci tratterremo soltanto ove ci avvenga o di combattere le loro opinioni, o di aggiugnere qualche cosa alle loro ricerche. XXI. Francesco Filelfo nacque in Tolentino nella Marca d'Ancona a’25 di luglio del 1398; cosa da lui ripetuta più volte nelle sue Lettere, quasi temesse che su ciò prendessimo errore. Ma nulla egli ci dice intorno alla qualità dei’ suoi genitori, e alla taccia che Poggio gli appose (Op. p. 176, cd. llnsil. i538; in Invect. 2, in Phil. et. in Facetiis p. 470), di bastardo e di figliuolo di un prete. I sopraccitati scrittori di ciò non fanno alcun cenno. Ma io penso che questa sia una dell’ imposture con cui Poggio cercò di oscurare la fama del Filelfo, e molto più che non veggo ciò affermarsi da alcun altro antico scrittore. Andossene a Padova, ove alla scuola di Gasparino Barzizza fece gli studj dell’ amena letteratura con sì felice successo, che giovinetto di non ancora vent’ anni vi fu destinato a professor d’eloquenza (a). Se dovessimo credere (<7) Costantino Lascari nel passo altrove prodotto annovera il Filelfo tra gli scolari del Grisolora in Firenze.