Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/293

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TF.RZO 1507 Lodovico Alemando vescovo d’Arles lo accolse con sommo onore; e tosto ei fu destinato a leggere eloquenza e filosofia morale coll ampio stipendio di 450 scudi d’ oro. Ma i tumulti che non molto dopo si sollevarono in Bologna, gli renderono spiacevole quel soggiorno j e adoperossi per modo, che fu da’ Fiorentini invitato a tenere scuola nella loro città con promessa di 300 scudi d’oro pel primo anno, e di accrescimento di stipendio per gli anni seguenti. Superate non poche difficoltà che alla sua partenza si attraversarono, delle quali ei parla a lungo nelle sue lettere ad Ambrogio camaldolese (Ambr. camald. Epist. l. 24, ep.29), passò finalmente a Firenze nell’aprile del 1429 Una lettera da lui scritta alTAurispa a’3i di luglio di quest’anno medesimo ci mostra quanto ei fosse lieto del suo nuovo soggiorno: Firenze, dic egli, mi piace al sommo; perciocchè ella è città a cui nulla manca, o si consideri la magnificenza e la bellezza degli edificj, o la nobiltà e lo splendore de’ cittadini, Aggiugni che tutta la città a me solo è rivolta: tutti mi amano, mi onorano tutti, e mi lodano sommamente. Quando esco per la città, non solo i primarj cittadini, ma le più nobili matrone ancora per onorarmj mi cedono il passo, e mi rispettan per modo, ch' io ne ho rossore. Ho ogni giorno quattrocento e più scolari, e questi la più parte uomini di alto affare, e dell ordine senatorio (l. 2, ep. 2, ec.) Egli era ivi destinato singolarmente alla lettura di Dante, come raccogliesi da un decreto del pubblico de’ 12 marzo i4-3i prodotto dal canonico