Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/324

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1538 libho clic abbiamo alle stampe, e di un epitalamio per le nozze di Francesco Lampugnani con Lis.ilietta Borromea, che conservasi in un codice a penna nella Ambrosiana (a). Questo scrittor medesimo ci ha date le più esatte notizie (p. 137. ec.) che si potessero rinvenire, intorno al sopraccennato Francesco Puteolano, di patria parmigiano, e professore egli pure in Milano di belle lettere. Il Paveri nella mentovata Invettiva ne parla con gran disprezzo, per insulto chiamandolo poetone, e deridendo il metodo ch’ ei tenea nello spiegare gli antichi autori, che era in somma di trapassar con un salto ciò che vi trovava di’ oscuro. Ciò non ostante è certo ch’ ei fu avuto in concetto d’uomo dottissimo, e che fu caro singolarmente a Jacopo Antiquario, a cui dedicò alcune opere di scrittori antichi latini da lui date in luce. Le lettere con cui egli gliele indirizza, che dal Sassi sono state inserite nella sua opera (p. 483, 548, 549), rammentano i benefizj ch ei ne avea ricevuti, e vi si accenna singolarmente ch essendo Francesco in Bologna, ed essendo venuto allo stremo di povertà, l’Antiquario gli diè pietosamente soccorso; che chiamato poscia a Milano avea da lui ricevuti onori e benefìcj in gran copia; che per lui i suoi fratelli godevano l’immunità; per lui egli avea ottenuto e lauto stipendio ed ampj beneficj ecclesiastici; per lui era tornato in grazia di Lodovico Sforza, di cui avea incorso lo sdegno. Egli adoperossi più nel dare alla luce le alia) Intorno al Paveri veggansi ancora le Memorie per la Stori.1 letteraria di Piacenza (l. 1, p. 36, cc.).