Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/360

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JOjf LIBRO alla Sloria ha turale, indirizzato a Partenio Veronese, dice: Te vero et Bergomatem Raphaelem nostrum hac in re judices deligo, ove tutte le circostanze mi par che non altri possano dinotare che il nostro Regio. Nè io so su qual l'onda mento nell1 edizion veneta del 1586 de’ Comenti di Rafaello sopra le Metamorfosi d'Ovidio egli sia detto Volterrano {a). In una disputa da lui scritta contro il Calfurnio l’ an 1488, e dedicata ad Ermolao Barbaro, sopra alcuni passi di antichi scrittori, che abbiamo alle stampe, egli dice che l’an 1482 era stato chiamato a legger rettorica in Padova collo stipendio di 200 forini un cotal Cataldo siciliano; ma che mostrandosi questi poco opportuno a tal impiego, egli venuto con lui a pubblica sfida, l’avea superato per modo, che di comune consentimento degli scolari ne avea ottenuta la cattedra, e che il Calfurnio ch erasi fatto innanzi per ottenerla, avea sofferta una vergognosa ripulsa; che per quattro anni avea egli tenuta scuola con tale applauso, che essendosi offerti due valorosi competitori a contendergli quella cattedra, erano stati rigettati dagli scolari; che finalmente due anni addietro, cioè nel 1486, il Calfurnio erasi adoperato per modo, e avea con tale frode raggirato l’affare, che non ostante che la più parte degli scolari fosse in suo favore, ei nondimeno per opera (a) 11 Regio credesi nato in Cavenno, terra della \alle di S. Martino nel contado ili Bergamo, ove tultnr sussiste un gruppo di case che diccsi il Castello ile’ Ue.