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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/381

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TERZO l5l)5 ch'ebbe per l'impiego conferitogli di segretario apostolico circa il 1441 cioè in quel tempo in cui Eugenio ivi~cra di nuovo a cagion del concilio che in quella città celebravasi. Questo impiego però non lo strinse per modo al pontefice, ch’ei non accettasse nel 1444 quello di segretario della Repubblica di Firenze vacante per la morte di Leonardo Bruni. Egli il tenne per nove anni, cioè finchè finì di vivere ai' 24 d’aprile del 1453, onorato di solennissime esequie e coronato pubblicamente d'alloro per mano di Matteo Palmieri statogli già discepolo. Si posson leggere presso il co. Mazzucchelli le onorevoli testimonianze che a lui hanno renduto gli scrittori di que’ tempi, che ne ragionano come di uno de’ più dotti uomini che allor vivessero (a). Francesco Sforza duca di Milano volle annoverarlo tra’ suoi domestici, come raccogliam dalla lettera che Carlo gli scrisse, pubblicata dall’ ab. Lazzeri (Misceli. Colicirom. t. 1, p. 160); il che però a mio credere fu un semplice onore a lui conceduto, senza che perciò ei dovesse abbandonare la sua Repubblica. Ei nondimeno perdette alquanto della fama ottenuta, quando, venuto a Firenze l’anno i45a 1’imperador Federigo III, egli ottenne per opera di Cosmo de’ Medici di essere scelto a preferenza di Giannozzo Mannetti a complimentarlo pubblicamente. Perciocchè avendo egli dapprima soddisfatto con lode alfimpegno addossatogli, e avendo per P impeto) Intorno a lui veggasi ancor la Vi la di Cosino de’ Siedici scritta da monsignor Fabroni (t. 1, p. 219, ca).