Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/499

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TERZO | “ | 3 Moro e del Cardinal Ascanio di lui fratello. A Bramante pure attribuisce il Lattuada la cupola di s Maria delle Grazie (Descriz. di Mil. t. 4? P- *75), il portico innanzi alla chiesa di s Maria a S. Celso (ib. t. 3,p. 55), il Lazzaretto (t 1, p. 215, ec.)j e da lui pure afferma il Cesariano da noi poc’anzi citato, che fu architettata la sagrestia di S. Satiro (a). Da Milano passò Bramante a Roma, ove oltre più altre fabbriche fu il primo a disegnare e a dar principio a quella della gran basilica Vaticana cominciata nel i5oG da Giulio IT. l>i ciò che ivi allora egli operasse, de’ difetti di cui fu accusato, della rivalità che si accese tra lui e il Buonarroti, non giova ch’io qui mi trattenga a dir lungamente, avendone a lungo parlato il Vasari, il marchese Poleni (Mem. istor. della Cupola vatic.) e mille altri scrittori, e su questo argomento è degna singolarmente d’esser (a) La cupola della chiesa di s Maria delle Grazie in Milano si cominciò ad alzare l’an 1492 nel quale anno, come si è veduto, era Bramante in quella città, e rendesi con ciò ancor più probabile ch’ei ne desse il disegno; il che ancora confermasi dal riflettere che la struttura, la figura e gli ornati esteriori di essa sono in parte somiglianti al disegno da lui formato per la cupola di S. Pietro di Roma, il cui modello in legno conservasi nel palazzo Vaticano. Nondimeno nella Nuova Guida di Milano (p. 313) se ne muove «juali he dubbio (per ragion del tritume che vedesi nell’ esterno abbellimento della cupola. Nella stessa opera (p. ■ 34) si lascia in dubbio se il portico innanzi alla chiesa di s Maria presso S. Celso sia di Bramante, o del Solari architetto milanese, e si dubita ancora (p. 82) che sia opera di Bramante il Lazzaretto che non sembra fabbrica degna di s'i grande uomo.